Acrilico su carta di Plinio Mesciulam

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Acrilico su carta dell’artista Plinio Mesciulam, pittore astrattista, creato con la tecnica dell’acrilico su carta. Il soggetto rappresenta il busto di due persone, una di fronte all’altra, che appoggiano i palmi delle mani e gli avanbracci una sopra l’altra; sopra entrambe le figure è presente una decorazione simile alla catena.

Descrizione

Plinio Mesciulam (Genova, 1926)

Plinio Mesciulam, classe 1926, è un pittore astrattista di Genova, attivo dal secondo dopoguerra. Per citare il sito www.artiespettacolo.it, “Plinio Mesciulam è entusiasmo, segni e colori alla ricerca di novità e di rielaborazioni del suo stesso passato”. Pittore astrattista, ha esposto in mostre individuali e collettive in Italia. Opere di pittura, libri d’artista e incisioni di Plinio Mesciulam si trovano presso musei, archivi e collezioni private in Italia e all’estero.

Tra le opere, disegni a carattere astratto-informale in Liguria, attraverso colature di inchiostro di china. Fondò nei primi anni ’50 il gruppo genovese del movimento con pittori locali di tendenza astratta per poi (nel 1955) entrare in crisi nei confronti dell’avanguardia. Successivamente si avvicina a scoprire il magma materico (Vinavil e segatura), in assonanza con la contemporanea Art Brut. Mesciulam ritiene superata (e questa convinzione non lo abbandonerà più) la radicale alternativa astrazione/figurazione: così gli sarà facile passare da una figurazione “sacrale” a un’astrazione simbolica. Fino al 1962 lavora a una tematica religiosa in cui emerge un elemento che sarà importante anche in periodi successivi: la goccia. Dal 1963 inizia la svolta medialista. Le immagini ora non provengono più “dall’ interno”, ma vengono elaborate su quelle fornite dalla pubblicità. Fino ai primi anni Settanta prosegue le ricerche sulla comunicazione visiva (figure mediali trasmesse da retini inventati e ingranditi, scomposti su lastre di vetro distanziate). Il 1978 è per l’artista un anno cruciale: ritorna alla pittura con l’iperdecorativismo (dilagare di tessuti variegati ed esplosione di particelle monodiche coloratissime da lui chiamate “micromondi di luce”). Si fa nuovamente vivo, per tutti gli anni Ottanta, l’interesse al rapporto tra pittura e architettura (Bohème, 1987) e l’uso frequente della finestra contorta, che negli anni Novanta diventerà molle e fantasmatica. Nel 1987, fino agli anni Novanta inizia il ciclo degli Horrores: fotomontaggio di dettagli architettonici e di interni con prospettive speculari impossibili. Nel 1996, le Preghiere, ostensorii sagome sculto-pittoriche. Nel 1998 inizia la serie delle Ombre attraversate, di cui fa parte l’Album di famiglia (ombre dei famigliari proiettate su strutture architettoniche a rilievo). Dal 2002 al 2004 crea la serie “L’artista e la modella”. Nel 2006 rivisita la sua esperienza sul “Segno precario” degli anni Settanta. Pur riconoscendogli, nostalgicamente un’insuperabile “purezza”, non esita a contaminarlo con segni pittorici esacerbati. Ritorna anche il principio dell’ostensione con le Tavole autoindicate.

Dipinti di pittori astrattisti

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Informazioni aggiuntive

Dimensioni 70 × 100 cm